Obbligo POS 2020: novità e bonus

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Dal 1° luglio 2020 dovranno obbligatoriamente dotarsi di dispositivo di pagamento elettronico tutte le partite iva, collaboratori compresi.

Che cosa significa per commercianti, artigiani e liberi professionisti?

Obbligo di accettare pagamenti senza importo minimo

Il Decreto Crescita n. 179/2012, varato dal governo Monti, prevedeva per tutti i soggetti che effettuano attività di vendita di beni e prestazioni di servizi l’obbligo di dotarsi di un dispositivo POS già dal 1° gennaio 2014. Ai titolari di partita iva rimaneva la possibilità di rifiutare le transazioni il cui ammontare non superava i 30€.

La mancanza di sanzioni e incentivi rese quel Decreto poco efficace, per questo, il Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020 ha lo scopo di fissare nuove linee guida per l’utilizzo dei dispositivi di pagamento elettronico.

Dal 1° luglio 2020 scatta l’obbligo del POS per partite iva e collaboratori al fine di accettare pagamenti con carte di credito, debito e prepagate senza più importo minimo.

Sanzioni

Secondo quanto era previsto nell’articolo 23 del Decreto Fiscale, tutti coloro che rifiutavano un pagamento tramite POS incorrevano in una sanzione amministrativa pecuniaria pari a:

  • 30,00 euro in misura fissa;
  • 4% del valore della transazione rifiutata dall’esercente.

Bonus

Rimane invece in vigore l’articolo 22 del Decreto Fiscale, ovvero quello riguardante il credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate sulle transazioni elettroniche.

Il credito spetta dal 1° luglio 2020 e solamente per quei soggetti i cui ricavi e compensi relativi all’anno d’imposta precedente non siano superiori ai 400.000 euro. Per la verifica dei requisiti saranno gli stessi fornitori dei dispositivi di pagamento a dover inviare all’anagrafe tributaria tutte le informazioni dovute.

Il credito d’imposta potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa.

Quanto costerà alle partite iva?

Se da un lato si tira un sospiro di sollievo per l’abrogazione delle sanzioni, dall’altro c’è da fare il conto con quanto costa effettivamente installare un POS (point of sale).

Esistono diversi modelli di dispositivi di pagamento elettronici, alcuni sono dotati di una struttura fissa mentre altri sono portatili e sfruttano la connessione UMTS per garantire la possibilità di effettuare transizioni ovunque.

I POS più comuni, quelli a struttura fissa o semi fissa, vengono installati da personale tecnico qualificato e il costo d’installazione può variare dai 100 ai 200 euro. Vi è poi il canone mensile, ovvero l’importo da pagare al fornitore del dispositivo per il noleggio del POS. Infine vi sono le commissioni, possono essere fisse o variabili in base all’importo della transazione e al circuito di pagamento utilizzato.

Negli ultimi anni si sono sempre più diffusi i POS mobili, dispositivi che spesso non appartengono a banche e che consentono di effettuare transazioni senza una postazione fissa. Questi POS hanno un costo di acquisto che varia dai 20 ai 100 euro, non hanno oneri di installazione o canone mensile, mentre rimangono le commissioni in percentuale sul transato.

I benefici per il consumatore finale

Il legislatore ha pensato anche ai consumatori finali, maggiorenni residenti in Italia, che utilizzeranno carte di credito o di debito per effettuare acquisti non legati all’esercizio di un’attività d’impresa, arte o professione. Costoro potranno godere di un rimborso in denaro per il quale è previsto un fondo di 3 miliardi annui.


ATTENZIONE: Il presente documento ha un contenuto di carattere generale e ha lo scopo di fornire al lettore le informazioni più rilevanti degli argomenti che si vanno a trattare, pertanto non può sostituirsi ad una consulenza o parere fiscale specifico.

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